Viaggiare in post emergenza Covid-19

Ritornare a viaggiare dopo la Pandemia (e anche con l’attuale situazione di allerta sanitaria) è diventata una sfida, sia per il viaggiatore sia per le attività turistiche, con numerosi cambiamenti in atto

Dal momento in cui è stato lanciato l’allarme sanitario della Pandemia Covid-19, il mondo dei viaggi e del turismo ha avuto una brusca frenata e l’interruzione delle sue attività per più di 2 mesi.

In questo asse di tempo le nostre abitudini sono state cambiate radicalmente e in questo periodo di allentamento anche il modo di viaggiare incomincia pian piano a mutare.

A testimoniare questo cambio sono le diverse prenotazioni per la stagione estiva 2020 in profondo calo rispetto al passato (solo un italiano su 10 è disposto a fare vacanza), ma con l’attuale situazione di allerta e di pericolo di ritorno del contagio nella stagione primavera-estate la paura ancora prevale ed è difficile fare vacanza senza sicurezza, in particolar modo in mete turistiche di massa come le località balneari.

Sicurezza in cui diversi Paesi e Governi nel mondo stanno cercando di mettere in risalto questo argomento, per far sì che la popolazione possa viaggiare e fare vacanza in sicurezza. Così come anche le imprese e le attività turistiche, per cercare di riprendere dal crollo finanziario subito tra febbraio e aprile, stanno cercando di trovare delle soluzioni e delle alternative.

Turismo sostenibile e di prossimità

Se il turismo dovesse riprendere, i primi a partire saranno quelle delle realtà locali (regioni e provincie italiane). Ragion per cui si sta facendo avanti sempre più il concetto di turismo sostenibile.

Prima considerato un tipo di turismo di nicchia, un modo di viaggiare all’insegna del rispetto dell’ambiente, dei territori e delle comunità locali, oggi associazioni e le imprese del settore, analisti, centri di ricerca ed istituti formativi stanno aumentando i propri sforzi per trasformare quella che è stata un’enorme criticità (la pandemia) in una opportunità di crescita nella direzione del turismo e della mobilità sostenibile anche grazie a una maggiore permeabilità delle istituzioni e dei privati verso l’assunzione di impegni in tal senso.

In questo periodo si è ben compreso infatti come il volto del turismo sia destinato a cambiare in futuro: la libertà di viaggiare per il mondo sarà in parte e a tempo indeterminato condizionata dalle misure preventive per il contenimento del virus; l’aggregazione e la socialità durante i viaggi avranno connotati differenti rispetto al passato; cambieranno i trend sulla base delle nuove esigenze e aspirazioni dei viaggiatori.

Alle soglie dell’estate, in diverse regioni d’Italia si parla di turismo di prossimità. Se gli italiani sceglieranno di andare in controtendenza rispetto al passato evitando il fastidio delle misure restrittive, a beneficiarne saranno in primis i borghi storici di cui è ricco il Bel Paese che consentono di vivere in modo esperienziale le vacanze a tutti coloro che cercano di riportare il proprio essere in armonia con il creato.

I vantaggi che le aree rurali offrono al viaggiatore sono lo spettacolo della natura e del paesaggio, il clima temperato, la possibilità di praticare la mobilità dolce dei cammini e del cicloturismo, diversi sport a diretto contatto con la natura come la canoa, le scalate, il deltaplano, ecc., l’escursionismo, la possibilità di scoprire la cultura locale fra arte, storia, tradizioni ed enogastronomia.

Grazie a questa possibile rivoluzione, stanno facendo avanti nuove forme di turismo alternativo e responsabile.

Dal trekking in montagna ai borghi storici

Riscoprire le montagne e i suoi parchi nazionali, col silenzio e la pace delle cime, potrebbe regalare una svolta agli amanti del trekking ma anche a quelli che vorrebbero concedersi il lusso di una vacanza senza nessuno intorno. La camminata in montagna avrà tutto un altro sapore. E così anche chi ama scalare le vette, ritroverà il gusto di farlo com’era un tempo, persino in cordata con gli amici alla giusta distanza.

Pensate ai parchi delle Dolomiti, del Gran Paradiso e dello Stelvio nell’Italia Settentrionale, gli Appennini, i Monti Sibillini e il Gran Sasso nel Centro e i parchi del Cilento, del Gargano e della Sila nel Sud Italia.

Un’altra idea potrebbe essere quella della riscoperta dei borghi e di piccoli paesini sperduti sulla penisola, magari anche con un itinerario “on the road” su itinerari verdi tra boschi e campagne. Un modo per rimettere in moto questi posti, dando vita di nuovo a un micro-cosmo che altrimenti rimarrebbe sospeso nel tempo. L’Italia di questi luoghi è piena e tutti avrebbero bisogno della buona volontà e di tante buone idee per rimettersi in sesto. Quella, possiamo starne sicuri, nessun lockdown e nessuna pandemia ce la potranno togliere.

Esplorate i borghi più belli della penisola italiana dal loro sito web (sono più di 200) oppure, se volete ampliare gli orizzonti fuori dal Bel Paese, visitate il sito internazionale Les Plus Beaux Villages de la Terre, ente che riunisce in sé alcune associazioni territoriali promuoventi piccoli centri abitati di particolare interesse storico e paesaggistico: ben 670 borghi sparsi nel mondo (Italia, Francia, Spagna, Vallonia, Sassonia, Svizzera, Quebec, Giappone e Russia).

Il mare tra criticità e creatività

L’Estate 2020 sarà un grosso problema per le destinazioni balneari. Se proviamo a proiettarci, facciamo fatica a immaginarci nel caos delle spiagge affollate, viste le restrizioni ancora necessarie.

Se da una parte portava economia ai territori, dall’altro li “consumava” dal punto di vista ambientale. Il fenomeno dell’overtourism infatti porta con sé una serie di “effetti collaterali” di difficile contenimento come ad esempio il degrado che si ritorce contro i residenti e i turisti stessi a tutto svantaggio della qualità della vita.

Con l’emergenza Covid-19 si è scaturito un crollo delle vacanze balneari per la stagione estiva con conseguente incertezza, ma allo stesso tempo diverse realtà turistiche stanno cercando di rilanciare con idee creative e nel rispetto delle norme igenico-sanitarie e di distanziamento sociale.

Per esempio un team di stabilimenti balneari della Riviera Romagnola ha pensato di creare dei box in plexiglas trasparente, per avere in modo marcato le dovute distanze tra gli ombrelloni e gli altri bagnanti. Questa idea, però, non è stata ben condivisa sollevando delle critiche.

Similmente due architetti di Gaeta (Lazio meridionale) hanno invece progettato dei cerchi con teli e bambù eco-sostenibili e gradevoli per i bagnanti e, se questa idea venisse approvata dagli stabilimenti balneari, potrebbe essere adattato alle linee guida del Governo italiano sugli arenili.

Nel frattempo, alcuni stabilimenti balneari si stanno adeguando alle attuali norme di sicurezza per cercare di poter riaprire le attività in totale sicurezza, sia per i bagnanti sia per gli operatori turistici delle località di mare, come per esempio ad Ostia (Roma) in attesa di regole e certezze dal Governo. Si stima che gli stabilimenti capaci di ospitare, ad esempio, 20 bagnanti con la situazione attuale ora possono ospitare meno della metà, con conseguente perdita di fatturato oppure l’incremento dei prezzi per usufruire del servizio.

Coronavirus, gli stabilimenti di Ostia si organizzano ma mancano le linee guida

“Siamo dispostissimi a tutto, noi vogliamo lavorare”Metro alla mano, i gestori degli stabilimenti ce la stanno mettendo tutta per arrivare pronti all’estate. Ecco come si stanno preparando.

Pubblicato da Roma Fanpage.it su Mercoledì 6 maggio 2020

E le piccole spiagge e aree a spazio ridotto come le Cinque Terre, la Costiera Amalfitana e l’Arco Magno di San Nicola Arcella? Con molta probabilità gli accessi saranno ridotti drasticamente o chiusi del tutto, per evitare ogni possibile assembramento in spazi piccoli e, allo stesso tempo, preservare le bellezze naturali dal fenomeno del turismo di massa finché non si calmeranno le acque della pandemia.

Bonus Vacanza, cancellazioni gratuite e l’idea della Sicilia

Per cercare di recuperare e sostenere il turismo colpita gravemente dalla crisi, il Governo italiano lancerà il Bonus Vacanza. Questa agevolazione prevede un buono fino ad un massimo di € 500 per le famiglie con un reddito non superiore a € 35.000. L’importo scende a € 300 per i nuclei familiari composti da due persone e di € 150 per i single. Il buono sarà utilizzabile per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico-ricettive dal 1 luglio al 31 dicembre del 2020. Per usufruirne dunque bisognerà trascorrere le vacanze in Italia e/o nelle proprie regioni italiane.

Addirittura, la regione Sicilia ha dichiarato che pagherà la metà del prezzo dei biglietti aerei dei viaggiatori e uno su tre delle loro notti in hotel per la durata del loro soggiorno. Utilizzando un budget di 50 milioni di euro, il governo regionale fornirà anche ai turisti dei buoni per le attività culturali e del patrimonio, che saranno disponibili attraverso il sito turistico ufficiale quando i confini saranno aperti e l’incentivo sarà attivo e funzionante.

Anche le agenzie viaggi e i Tour Operator si stanno adeguando con nuovi termini contrattuali e policy di cancellazione e cambi, vista ancora l’attuale incertezza di fare vacanza. Per esempio, il gruppo Alpitour World prevede cambio destinazione o cancellazione senza penali per prenotazioni fino al 31 Maggio e partenze entro il 17 Dicembre del 2020. Anche Valtur prevede cancellazione gratuita per prenotazioni entro il 17 Maggio fino a 10 giorni di calendario prima della partenza con rimborso monetario.

Per ulteriori condizioni di cancellazioni da importanti Tour Operator italiani cliccate qui.

In alternativa al rimborso monetario (o come unica soluzione), alcune agenzie e compagnie aeree prevedono, invece, l’emissione di voucher spendibili per un prossimo viaggio, come nel caso della Ryanair.

Apertura graduale delle frontiere estere al turismo

Se la situazione in Italia sembra andare ad una graduale apertura del turismo interno, il turismo estero ancora dovrà aspettare. In Paesi in cui l’emergenza è ancora presente (negli Stati Uniti d’America, Regno Unito e in alcuni Paesi asiatici e dell’America meridionale), altri Paesi che hanno registrato meno contagi stanno cercando di trovare un modo per riaprire i propri confini.

In particolare l’Unione Europea vuole far riaprire i confini dei Paesi membri dal 15 giugno 2020. Fino ad allora non sono consentiti viaggi “non essenziali”. E già alcune nazioni europee stanno lavorando per questa riapertura delle frontiere turistiche, in attesa che l’Unione mostri presto delle linee guida e, ovviamente, da come si evolverà la situazione epidemiologica.

Per esempio, la Grecia cerca disperatamente di salvare il comparto turistico dal collasso totale, prevenendo una riapertura dal 1° luglio e garantendo dei protocolli sanitari che i viaggiatori dovranno seguire se vorranno visitare la terra ellenica. Senza gli incassi della stagione estiva, molte piccole e medie imprese greche rischiano di fallire.

La Croazia, invece, lancia l’idea di creare un certificato di garanzia di rischio zero o rischio ridotto. Una sorta di “Passaporto Anti-Covid”. Questa proposta non riguarda solo i viaggiatori che fanno test ma anche alle strutture d’accoglienza turistica per far stare tranquilli gli ospiti. Una struttura turistica, dunque, può dimostrare di avere personale sano e di fare sanificazioni frequenti.

Addirittura anche l’Egitto prevede una riapertura delle località turistiche agli stranieri nel Mar Rosso. Da Giugno 2020 sarà possibile andare a Sharm El Sheikh e Marsa Alam con, ovviamente, le dovute precauzioni igenico-sanitarie che il governo egiziano sta lavorando per garantire sicurezza.

Se alcuni Paesi stanno cercando di far ripartire il turismo per l’estate, altri hanno deciso di aspettare e di riaprire i confini ai turisti stranieri dalla stagione autunnale o, addirittura, per il prossimo anno.

Come le isole spagnole delle Canarie, che prevede una ritorno dei turisti internazionali da Ottobre 2020 e la possibilità di avviare un progetto di “turismo sicuro” apportando importanti innovazioni per proteggere i visitatori dal Covid-19 e per assicurare la possibilità di distanziamento sociale. Dai screening sanitari agli aeroporti ad un’app specifica per dimostrare di non essere infetti dal virus.

Conclusione

Con la Pandemia di Coronavirus il mondo ha subito un forte cambiamento nelle nostre abitudini, incluso quello di viaggiare. E anche il mondo del turismo si sta completamente mutando per far fronte a un nuova modalità di viaggio che, per il momento, non sarà come prima.

La dura prova cui è stato sottoposto il nostro Paese ferito dal virus implacabile, ha determinato una profonda riflessione su gran parte dei modelli economici e sociali.

Vista l’impossibilità di continuare a replicare i vecchi schemi, ci si sta concentrando sulla revisione di quelle che venivano considerate inesorabili “ricorrenze” stagionali.

La prossima estate il distanziamento sociale limiterà in automatico l’overtourism e la ripartenza del settore dovrà essere interessata da una riprogettazione e riprogrammazione di tutte le attività tenuto conto della necessità di innovare in funzione del cambiamento.

Ma se ancora la situazione epidemiologica è in atto, difficilmente ci sarà un ritorno immediato dei viaggi. Se si vuole viaggiare in “totale sicurezza”, bisognerà aspettare ancora per un po’ di tempo, quando sarà scoperto il vaccino oppure quando il virus scomparirà.

Per il momento aspettiamo l’evolversi della situazione e vediamo come andrà, con la speranza presto di ritornare a viaggiare.