L’ex-centrale nucleare sovietica è tornata alla ribalta della cronaca attuale per la serie di incendi che sta colpendo l’area, considerata meta di Dark Tourism per il suo evento storico “oscuro”
Articolo realizzato insieme alla mia collega Viktoriya Puzdranovska, ringraziando della collaborazione.
Negli ultimi anni si è diffuso un genere di turismo di nicchia molto particolare, che all’apparenza può sembrare un fenomeno dalla connotazione negativa, ma d’altro canto permette a quel tipo di turista di esplorare le memorie e i racconti di chi ha vissuto l’evento storico “nero”in prima persona.
Si tratta del cosiddetto Dark Tourism, una tipologia di turismo che coinvolge viaggi in luoghi storicamente associati alla morte e alla tragedia. È un fenomeno recente e la lista dei luoghi che rientrano in questa categoria è molto ampia. Un ricco atlante che attraversa i luoghi dove si sono consumate tragedie o fatti di cronaca nera, da eventi di guerra e olocausti, passando per le ultime dimore dei personaggi celebri, per arrivare in zone dove si sono verificati disastri ambientali.
Tra i posti menzionabili abbiamo il campo di concentramento di Auschwitz, l’A-Bomb Dome di Hiroshima, il campo di battaglia di Somme e la centrale nucleare di Chernobyl.
Chernobyl è considerata una delle mete preferite per il Dark Tourism, tanto che la rivista Forbes nel 2009 ha definito la centrale nucleare il luogo più “esotico” per il turismo sulla Terra.
La storia della centrale
La costruzione della prima fase della centrale nucleare di Chernobyl iniziò nel 1970, la città di Pripyat fu eretta nelle vicinanze per il personale. Il 27 settembre 1977, la prima unità di potenza della stazione con il reattore RBMK-1000 con una capacità di 1 mila MW fu collegata al sistema di alimentazione dell’Unione Sovietica. Successivamente, entrarono in funzione altre tre unità di potenza, la generazione di energia annuale della stazione ammontava a 29 miliardi di chilowattora.
Il 9 settembre 1982, il primo incidente si verificò nella centrale nucleare di Chernobyl – durante una prova della prima unità di potenza, uno dei canali tecnologici del reattore fu distrutto e la muratura in grafite del nucleo venne deformata. Non ci sono stati feriti, la liquidazione delle conseguenze dell’emergenza è durata circa tre mesi. Nella notte del 26 aprile 1986, un generatore di turbina è stato testato presso la quarta unità NPP di Chernobyl. È stato pianificato di arrestare il reattore (il sistema di raffreddamento di emergenza è stato spento come previsto) e misurare le prestazioni del generatore. Non è stato possibile arrestare il reattore in modo sicuro. A 1 ora e 23 minuti a Mosca, un’esplosione e un incendio si sono verificati sull’unità di potenza.
L’emergenza è diventata il più grande disastro nella storia dell’energia nucleare: il nucleo del reattore è stato completamente distrutto, la costruzione dell’unità di potenza è parzialmente crollata, c’è stato un significativo rilascio di materiali radioattivi nell’ambiente.
Il fenomeno turistico dopo l’incidente
Negli Anni ’90, dopo che sono state prese misure per eliminare le conseguenze dell’incidente nella centrale nucleare di Chernobyl e il livello di radiazioni nell’area della stazione e nei territori adiacenti è diminuito significativamente, la zona di esclusione di Chernobyl è diventata un popolare oggetto di visita: sia escursioni legali che penetrazioni illegali. Creazione dell’agenzia statale “Chernobylinterinform“, rapporto ONU del 2002, secondo il quale, nella maggior parte dei luoghi della zona di esclusione, si potrebbero fare le visite.
I primi turisti hanno iniziato a visitare la zona dalla metà degli Anni ’90. E da quel momento in poi i visitatori aumentarono ogni anno di 1000-1500 persone in più.
Nel 2007 è stato rilasciato il gioco per computer “S.T.A.L.K.E.R.“, che ha anche contribuito ad aumentare il numero di turisti nella zona di Chernobyl.
Nel 2010, si è deciso di aprire la zona a tutti i visitatori (prima di questo, visitare la zona era limitato), introducendo dei nuovi regolamenti di sicurezza dopo aver svolto delle ricerche di fattibilità del territorio.
I risultati di questa ricerca hanno dimostrato, infatti, che nel raggio di 30 chilometri dalla “zona rossa” di Chernobyl è possibile rimanere fino a 4-5 giorni senza provocare danni alla salute, mentre nel raggio di 10 chilometri è possibile rimanere solo per 1 giorno.
Nel settembre 2011, la zona di Chernobyl è stata chiusa per turismo. Tra i principali motivi di chiusura delle escursioni, i funzionari hanno dichiarato che i proventi economici dei turisti non sono stati utilizzati per aiutare la zona interessata. Ma dal 2 dicembre dello stesso anno, la zona di esclusione è tornata a essere visitabile esclusivamente per finalità didattiche. Con un nuovo ordine, le regole di visita sono state inasprite e l’accesso alla zona di esclusione è stato limitato “per gli scienziati, esperti, giornalisti, controllo e monitoraggio internazionali, la zona continuerà ad essere accessibile. Solo il programma delle visite è diventato più limitato”.
Secondo una ricerca, Chernobyl è visitata da turisti provenienti da ben 130 Paesi. La maggior parte provengono dal Regno Unito, Polonia, Germania e Stati Uniti d’America, ma vi sono anche gruppi minori provenienti dall’Australia e dalla Cina. Vi è anche un consistente numero di turisti ucraini, e venivano anche i russi fino al 2014, anno in cui è stato istituito il divieto d’ingresso ai cittadini russi.
Il boom turistico con la serie TV
L’aumento notevole del turismo a Chernobyl si è verificato dopo l’uscita del telefilm “Chernobyl” trasmesso da un canale televisivo americano il 6 maggio 2019 (in Italia il 10 giugno 2019).
Questa breve serie (solo cinque episodi) ha persino superato il successo di Trono di Spade. I tour operator che organizzano viaggi nella zona di esclusione lo hanno già avvertito: il flusso turistico verso Chernobyl e Pripyat è cresciuto in modo significativo. Gli ospiti provenienti da Stati Uniti, Nuova Zelanda, paesi europei e asiatici sono venuti lì subito dopo l’uscita del telefilm.
L’idea originale della produzione televisiva era spaventare le persone. C’è poca verità lì, e, a quanto pare, ciò che volevano mostrare è la paura, l’orrore, poiché il mondo intero non immaginava cosa poteva essere una guerra atomica, e cosa provocava l’esplosione di un solo blocco. Lì vicino c’era la città degli ingegneri del potere, Pripyat, dove, un visitatore avrebbe avvertito la pelle d’oca, perché avrebbe visto una città vuota e morta dietro il filo spinato. E lo stesso sarebbe potuto succedere in tutta Europa se l’intera situazione si fosse allargata. Questo film ha dato uno slancio, un’idea di ciò che ha rappresentato l’incidente.
Secondo i rappresentanti delle agenzie di viaggio locali, il flusso turistico a maggio e la domanda di escursioni estive sono cresciuti del 30-40% rispetto al 2018.
Come funziona la visita a Chernobyl?
Solo alcuni Tour Operator locali specializzati per la visita dell’area di Chernobyl sono autorizzate a svolgere delle escursioni a un gruppo limitato di persone nella zona dei 30 chilometri, considerata sicura. Addirittura in alcuni punti il livello di radiazione è persino inferiore a quello presente a Kiev.
Questo tipo di tour costa mediamente 100 dollari americani, e volendo è possibile fare anche un giro in elicottero sorvolando la zona, con un costo massimo di $ 600.
Ovviamente non mancano le disposizioni e le norme di sicurezza: ai visitatori sono richiesti l’utilizzo dei dosimetri per rilevare la presenza di radiazioni e di dispositivi di protezione individuale, e l’obbligo di attraversare il checkpoint di controllo radiologico in entrata e in uscita.
Norme severe e stringenti vengono applicate ai visitatori dell’area, come il divieto di mangiare e fumare all’aperto, non toccare strutture e piante, non sedersi e posizionare oggetti sul terreno, severamente vietato esportare oggetti al di fuori della zona e non bere acqua da fonti sotterranee nella zona. Ovviamente, per motivi di sicurezza, è vietato l’ingresso ai minori di 18 anni di età.
Tra le escursioni previste sono la visita della stazione radar di Duga, situata vicino l’ex-centrale nucleare di Chernobyl. Fu costruito in epoca sovietica ed era destinato a un sistema di rilevazione precoce per il lancio di missili balistici intercontinentali. Nel tour è previsto anche la visita della città fantasma di Pripyat, dove i turisti possono fare selfie nel porto fluviale e intorno alla lussureggiante vegetazione.
Strano, ma vero, è possibile pernottare nella zona di Chernobyl, ma sono pochissime le strutture ricettive. In alternativa, è possibile soggiornare nella città di Slavutich, distante circa 50 minuti di treno da Chernobyl.
Come detto, l’area dei 30 km è considerata sicura, mentre rimane interdetta la zona dei 10 km, considerata la più inquinata e pericolosa. Quest’area, che riguarda anche l’ex-centrale, rappresenta una vera minaccia per la salute, e dunque una zona inviolabile e non accessibile.
Alcuni visitatori erano curiosi di trovare a Chernobyl degli animali mutati dalle radiazioni, ma non esistono. La maggior parte degli animali che hanno ricevuto alte dosi di radiazioni sono semplicemente morti. D’altro canto, nell’area boschiva vagano diversi animali assolutamente sani in tutta normalità.
Molte persone vanno a Chernobyl una volta nella vita. Ma c’è chi viaggia addirittura ogni anno. Per giunta, i tour operator hanno dovuto realizzare diversi pacchetti con gite da minimo un giorno a un massimo di sette giorni, data la grande richiesta dei turisti che per loro una sola giornata a Chernobyl era troppo poco.
La situazione attuale
Negli ultimi giorni (aprile 2020) Chernobyl si ritrova sotto i riflettori della cronaca, in quanto l’area boschiva attorno l’ex-centrale e la città fantasma di Pripyat sono sotto assedio da incendi che la stanno minacciano, con il rischio reale di un aumento delle radiazioni e, l’Ucraina, oltre all’attuale emergenza di pandemia Covid-19, sta affrontando quest’altra emergenza nazionale, dove le nuvole di fumo dell’incendio hanno raggiunto Kiev, rendendo la capitale ucraina la città più inquinata al mondo.
Conclusione
Il Dark Tourism rappresenta una forma di turismo rivolto a coloro che vogliono ripercorrere gli eventi tragici e bui in quelle località che sono tristemente entrate nei fatti di cronaca nera. Turisti curiosi, in cerca di comprendere questi fatti negativi, poiché provenienti da realtà ben lontane da questi luoghi di sofferenza.
Con l’attuale situazione di pandemia, dove la popolazione mondiale sta vivendo in prima persona (direttamente e indirettamente) gli eventi tragici che sta causando il coronavirus in tutto il mondo, le persone avranno ancora voglia di un tale turismo?
Un invito a riflettere su come sarà il turismo nel post-Covid19 e se le persone avranno il coraggio di visitare quei luoghi dall’immaginario collettivo negativo dopo aver vissuto la tragedia della pandemia.
Collegamenti esterni
Su questi link potete approfondire l’argomento (sono in lingua russa e ucraina, ma abbiamo messo a disposizione uno strumento di traduzione online): Chernobyl – Miti e fatti ; Fondatore del tour di Chernobyl: due terzi dei turisti nella zona sono stranieri ; Chernobyl, fiamme alle porte del reattore ; Incendi Chernobyl visibili dal satellite ; Tourism in the exclusion zone of the Chernobyl nuclear power plant ; La serie TV Chernobyl